In occasione dell’annuale fitting camp della nostra squadra, alla fine di ottobre, abbiamo colto l’opportunità di incontrare uno dei nostri corridori più esperti e meticolosamente preparati, l’attuale campione spagnolo a cronometro David De La Cruz, per un’edizione speciale della rubrica Innovation Museum dedicata all’abbigliamento. Durante la nostra conversazione ci ha svelato alcuni dei trucchi che usa per vestirsi in inverno, i suoi capi Q36.5 preferiti e il miglior consiglio che gli è stato dato da un amico corridore all’inizio della sua carriera.
Qual è stata la prima volta nella tua carriera in cui ti ricordi di aver fatto un “upgrade” da atleta professionista al tuo equipaggiamento tecnico? Hai sentito subito “la differenza”?
Il mio primo upgrade è stato un buon paio di guanti invernali. Dopo un allenamento invernale particolarmente difficile, ho deciso di comprare un paio di guanti di qualità, ed è stato davvero un buon investimento. Credo che la differenza tra i brand si veda da come i loro prodotti rispondono al freddo, è qui che puoi veramente vedere la differenza tra i marchi eccellenti e quelli buoni: raccomando sempre di investire al massimo sugli articoli per l’allenamento invernale.
Come descriveresti il tuo approccio nella scelta dell’equipaggiamento tecnico per l’allenamento e le gare? Hai una filosofia o dei criteri specifici (anche insoliti) che ti piace rispettare?
Per il freddo, seguo la regola dei tre strati che ho imparato durante i tour in montagna: un intimo tecnico, un jersey a maniche lunghe per isolare, e un buon antivento. Con Q36.5, riesco ad ottenere ottimi risultati con soli due strati: il Base Layer 4 e la giacca Gregarius Winter, che mi rendono pronto ad affrontare qualsiasi condizione invernale.
Ci sono tecnologie o innovazioni di cui ti senti pioniere?
Alcuni anni fa, la mia squadra è stato tra i primi ad usare i ‘bib shorts antipioggia’. Nelle squadre di cui ero parte precedentemente ci si concentrava su giacche, guanti e copriscarpe impermeabili, ma mai sui pantaloncini per pioggia. Questo upgrade ci ha dato un vantaggio nelle gare fredde e piovose.
Quali sono le caratteristiche principali che cerchi nel tuo equipaggiamento (bici e abbigliamento)?
Do priorità alla qualità dei tessuti. Le tre caratteristiche principali che cerco sono isolamento, traspirabilità e vestibilità.
Altri aspetti del tuo regime di allenamento e di gara seguono la stessa filosofia (ad esempio, la alimentazione)?
Si, certo! Credo fermamente nel ‘farlo bene o non farlo affatto’. Punto all’eccellenza sia nell’allenamento, che nella nutrizione e nell’equipaggiamento tecnico.
La sensazione di fare il mio meglio per raggiungere l’eccellenza in tutti e tre questi aspetti, aumenta la mia sicurezza nel raggiungere i miei obiettivi.
Come hai sentito parlare per la prima volta di Q36.5?
La prima volta che ho incontrato Q36.5 è stato intorno al 2017. In un negozio vicino casa, ho visto uno intimo tecnico del marchio e, anche se non era il fornitore ufficiale della mia squadra, decisi di acquistarlo. La qualità mi colpì subito.
Quando sono entrato nel team Q36.5 Pro Cycling Team, uno dei primi capi che ho ricevuto è stato lo stesso modello di intimo tecnico che ho acquistato sei anni fa. È stato positivo notare che il prodotto era completamente identico a quello di 6 anni prima, un vero e proprio capo pionieristico! A mio parere, questo la dice lunga sullo spirito innovativo del marchio.
Che prodotto Q36.5 hai utilizzato durante la stagione, in gara e in allenamento? Potresti parlarci di alcuni dei tuoi articoli preferiti? Ci interessano soprattutto quelli più inaspettati, i piccoli dettagli o i capi di cui ti sei innamorato.
È difficile scegliere solo un preferito, ma ci sono due capi che adoro particolarmente: il body da cronometro e tutti gli intimi tecnici.
Apprezzo molto la traspirabilità degli intimi tecnici e la loro costruzione senza cuciture, che li rende estremamente confortevoli. Dato che sono sempre a contatto con la pelle, è fondamentale che il tessuto sia della massima qualità.
Per quanto riguarda il body da cronometro, apprezzo soprattutto il suo comfort. Nelle prove a cronometro, dove ogni secondo conta, l’aerodinamica è la priorità assoluta, poiché il corpo è la superficie più esposta al vento. Perciò è indispensabile un materiale con una bassa resistenza al vento. Allo stesso tempo, però, non si può rinunciare al comfort; la posizione sulla bicicletta da cronometro è piuttosto aggressiva e serve un abbigliamento che permetta libertà di movimento, anche quando l’angolo dell’anca è molto stretto. Il body Q36.5 mi permette di essere veloce e comodo allo stesso tempo.
Qual è stato il prototipo Q36.5 testato in questa stagione che ti è piaciuto di più?
I Dottore Hybrid Bib Shorts, perfetti per le gare caratterizzate dal freddo. La costruzione a doppio strato offre calore e protezione da vento e pioggia, e quindi lo rende il pantaloncino ideale per le condizioni più difficili.
Quale è il tuo prodotto preferito di Q36.5 per gli allenamenti invernali?
Il mio prodotto preferito per l’inverno è il gilet Adventure. È leggero, ma molto caldo nella parte anteriore, e si ripiega facilmente per essere riposto nelle tasche posteriori.
Hai un mentore “tecnologico”? Qualcuno con una conoscenza approfondita dell’equipaggiamento tecnico che ti aiuta a essere più consapevole nella scelta di cosa indossi e mangi? Qual è la lezione più importante che hai ricevuto da questo mentore?
È una domanda a cui è difficile rispondere perché ho avuto la fortuna di essere circondato dai molti ciclisti di successo, da cui ho imparato tantissimo durante la mia carriera. Ma all’inizio della carriera, ho avuto supporto soprattutto da Joaquim ‘Purito’ Rodriguez. Lui era ossessionato dall’indossare sempre il miglior abbigliamento da ciclismo. Ho imparato da lui l’importanza dei dettagli. Come diceva lui, 100 è la somma di uno più uno più uno: da allora, cerco sempre quei dettagli che portano a dei piccoli margini di miglioramento.
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