con Gianluca Brambilla
Mentre il nostro team ufficiale, Q36.5 Pro Cycling, si prepara per la sua prima partecipazione al Giro d’Italia la prossima settimana, abbiamo incontrato il veterano ed ex maglia rosa Gianluca Brambilla e gli abbiamo chiesto di dare ai suoi giovani compagni di squadra 5 consigli su come affrontare il Giro per la prima volta.
Come mi dicevano i corridori più anziani quando ho iniziato a correre il Giro, dopo una tappa bisogna: fare la doccia, asciugarsi bene i capelli, vestirsi E POI pensare al resto. Spesso si vedono ragazzi che dopo una tappa salgono sul pullman, sentono ancora caldo per lo sforzo, quindi vanno a farsi una doccia e poi si siedono per iniziare il pasto di recupero con i capelli ancora bagnati, senza maglietta… Il Giro è una corsa che si vince con le gambe, ma anche con la salute e la sopravvivenza e la vostra routine deve essere orientata a questo. Dopo quasi tutte le tappe mi troverete in autobus a mangiare con un berretto di lana e il Q36.5 Base Layer 5 addosso, per non correre rischi!
Il Giro non è come il Tour a luglio, siamo ancora a maggio, potremmo correre al Sud il lunedì dove potrebbero esserci più di 20 gradi e sole, fino alle Dolomiti il venerdì dove si possono trovare neve e gelo. In passato ho avuto compagni di squadra, soprattutto ragazzi provenienti da climi settentrionali, che nella prima settimana nel Sud Italia si scottavano talmente tanto che per due giorni non riuscivano a dormire bene, poi una settimana dopo si ritrovavano sulla neve…
Quando arrivo all’hotel della squadra 2 o 3 giorni prima dell’inizio del Giro, apro le mie due rainbag sul letto e le controllo 3 o 4 volte, assicurandomi che ci sia tutto quello di cui ho bisogno e che ogni cosa sia al suo posto. Ho sempre anche un backup di tutti gli articoli della rainbag nello zaino: così, se il tempo sembra brutto alla partenza, posso usare quegli indumenti e tenere entrambe le rainbag perfettamente intatte. In questo modo, anche se si scalda e devo togliere i manicotti, ma poi ricomincia a piovere, ho comunque entrambe le borse pronte all’uso.
Anche se il modo in cui si correva il Giro nel 2016, quando ho conquistato la Maglia Rosa, è molto diverso da quello in cui si corre oggi, una regola che seguivo attentamente quell’anno dovrebbe essere ancora osservata: essere efficienti dal punto di vista energetico. Negli ultimi chilometri, quando il gruppo sta andando troppo forte per voi e cercate di resistere per una posizione compresa tra il 20° e il 30° posto: lasciate andare, pedalate alla vostra velocità, conservate le energie per un altro giorno. È il classico errore di un giovane corridore con un eccesso di entusiasmo che poi, il giorno dopo, si ritrova in un’ottima fuga ma non riesce a competere per la vittoria e finisce per rimpiangere tutti i giorni precedenti in cui ha spinto un po’ più del dovuto.
Il recupero è fondamentale nei Grandi Giri e anche solo 10 minuti di sonno in più a notte si traducono oltre 3 ore di riposo extra nel corso della corsa. Per questo porto sempre con me il mio cuscino da casa, una mascherina e i tappi per le orecchie, perché si dorme in una stanza d’albergo diversa praticamente ogni notte e non si sa mai se la propria stanza si troverà di fronte a pullman di squadre che ti svegliano alle 6 del mattino con i loro compressori che pompano le ruote o se le finestre non hanno tende adeguate…
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